AFFARE PORTO DI MOLFETTA

Affaire Porto di Molfetta. Procediamo con ordine e con trasparenza. E diciamo i fatti. A seguito del sequestro preventivo del Porto di Molfetta disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani il 7.10.2013 i lavori portuali sono rimasti fermi (sono proseguiti solo quelli di messa in sicurezza dell’opera e di sminamento degli ordini bellici presenti sui fondali marini). Nel 2015, dopo il dissequestro del Porto con contestuale restituzione dell’opera al Comune di Molfetta, l’amministrazione Natalicchio rivolse un quesito all’Autorità Nazionale Anticorruzione : viste le criticità evidenziate dalla magistratura tranese riguardo al contratto di appalto intercorso tra la ditta appaltatrice CMC di Ravenna e Comune di Molfetta (il relativo processo penale era ed è ancora in corso dinanzi al Tribunale di Trani), si potevano proseguire i lavori portuali affidandone direttamente la realizzazione alla stessa appaltatrice CMC ? Ebbene, il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, con nota del 25.11.2015 rispose di no e scrisse “resta inteso – scriveva il Presidente Cantone – che la procedura negoziata per ragioni di estrema urgenza non legittima l’affidamento diretto dei lavori ad un operatore economico precedentemente individuato dovendo trovare applicazione il comma 6 dell’art. 57 che prevede che, «ove possibile, la stazione appaltante individua gli operatori economici da consultare sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di qualificazione economico finanziaria e tecnico organizzativa desunte dal mercato, nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, rotazione, e seleziona almeno tre operatori economici”. Cantone con la regola tracciata si riferiva ai lavori di messa in sicurezza ma tale principio giuridico, come ognun vede, vale a maggior ragione per opere più costose, quelle di completamento dell’opera portuale. Nel frattempo la CMC, a motivo del blocco dei lavori disposto dalla magistratura, la CMC aveva chiesto al Comune di Molfetta il risarcimento del danno nella misura di 22 milioni di euro. Tale richiesta risarcitoria, per quanto risulta, é ancora in piedi. La succitata ditta, sempre per quanto risulta, sarebbe entrata in situazione di instabilità economica. Veniamo ad oggi 21.12.2018. Stamattina il Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini ha indetto e tenuto una conferenza stampa sul tema Porto, in cui ha espresso alcuni principi fermi: (1) i lavori del Porto proseguiranno e si concluderanno senza ombra di dubbio (2) sarà la stessa CMC a proseguirli e completarli (n.d.r. la stessa ditta che, secondo Cantone, non poteva neppure proseguire i lavori di messa in sicurezza se non si rifaceva la gara; proprio quella che ha chiesto al Comune di Molfetta 22 milioni di euro di risarcimento; quella stessa nei cui confronti il Comune di Molfetta, nell’interesse di noi cittadini, si è costituito parte civile nel processo penale per chiedere a sua volta, il risarcimento del danno da reato) (3) ci sono tutti i pareri in regola, Consiglio Superiore Lavori Pubblici, Ministero per l’Ambiente e Autorità Anticorruzione (4) lui, il Sindaco, è diventato plenipotenziario sulla questione porto, sarà lui ad esercitare il potere pieno sull’affare, una sorta di supercommissario ministeriale o prefettizio, investito anche dei poteri della giunta. Questo è quanto. Resta ovviamente,a nostro sommesso avviso e stando a quello che dice in conferenza stampa il primo cittadino, da leggere con grande curiosità il recente parere di Raffaele Cantone, che, stranamente, sarebbe di ben diverso tenore rispetto a quello datato 2015 : Cantone, infatti, nel 2015 faceva riferimento alla impossibilità – stante la palese violazione di legge – di affidare direttamente ad una ditta, la CMC, per l’appunto, la prosecuzione dell’appalto, necessario essendo rifare la gara o, quantomeno, far ricorso all’applicazione della regola della rotazione delle imprese appaltatrici, ora, invece, mutando pensiero, affermerebbe – sempre secondo quanto si apprende dalla stampa per detto dal sindaco – che ben può essere la CMC a proseguire e concludere i lavori . Resta, infine, da verificare che fine farà la richiesta risarcitoria della CMC al Comune di Molfetta per la non esigua somma di 22 milioni di euro e che fine farà la costituzione di parte civile, con connesso risarcimento del danno, spiegata dal Comune di Molfetta nei confronti della stessa ditta appaltatrice, all’esito del processo penale in corso. Un post it conclusivo non può mancare : nel frattempo, vanno via un sacco e mezzo di denari, impiegati per le opere extraportuali.
Ufficio Stampa Area Pubblica Molfetta

Lascia un commento